D.M. n. 350 del 8 settembre 1999

I tuberi sono di piccole dimensioni con buccia sottile; utilizzati per la cottura di norma interi senza sbucciatura, si caratterizzano per il leggero sapore di nocciola.

Nome del Prodotto: 
Colonarie.

Territorio interessato alla produzione: 
Province di Udine, Pordenone e Gorizia.
Limitate quantità  di Patatis cojonariis si producono in diverse località  friulane sia della pianura e della collina (anfiteatro morenico) sia della montagna. Sono sicuramente interessate da questa tradizionale produzione le province di Udine, Pordenone e Gorizia. Limitati quantitativi sono messi in vendita durante la annuale “Mostra Mercato Regionale della Patata” di Ribis di Reana del Rojale (UD) a fine settembre-primi di ottobre. Saltuariamente piccole partite compaiono sulle bancarelle di Piazza S. Giacomo a Udine, in alcuni piccoli negozi di frutta e verdura di Udine, nonché sulle bancarelle del Mercatino in Piazza del Duomo a San Daniele del Friuli (UD). I prezzi di vendita del prodotto sono relativamente elevati (5-8 volte superiori a quelli delle altre patate “normali”).

Descrizione sintetica del prodotto:
I tuberi delle Patatis cojonariis sono di piccole dimensioni, a volte piccolissime; hanno una forma allungata (reniforme), talora leggermente ricurva. La buccia è sottile, in genere di color giallo paglierino, gli “occhi” sono superficiali, la polpa è a pasta gialla.

Le piante sono di piccola taglia, con fusti eretti nelle prime fasi di sviluppo e poi più o meno assurgenti. Le piante di norma non emettono fiori; talora compaiono pochi fiori violetti.

La cultivar presenta una bassa sensibilità  alla peronospora e una media sensibilità  alle alterazioni fisiologiche (Cattivello, 1992, 1995); è abbastanza sensibile agli stress idrici.

La varietà  è precoce, per cui già  a luglio (in pianura) si può iniziare la raccolta e il consumo.

I tuberi sono utilizzati per la cottura di norma interi (al massimo tagliati a metà ) senza sbucciatura (in quanto la buccia di solito è sottile); si caratterizzano per l’elevata tenuta alla cottura e per il leggero sapore di nocciola. In cucina i tuberi più grandi vengono utilizzati principalmente negli intingoli di carne in pentola (classicamente in umido nello spezzettino di manzo) o con l’arrosto nel forno; i tuberi, specialmente quelli più piccoli, vengono anche cotti in padella con burro o olio, ma possono anche essere fritti nell’olio. Un altro utilizzo dei tuberi contempla la loro lessatura e poi un passaggio al forno per l’indoratura.

Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura:
Le Patatis Cojonariis vengono coltivate per lo più in orti familiari, in piccoli o piccolissimi appezzamenti. Si avvantaggiano dei terreni di medio impasto, freschi, a pH sub acido, che non subiscono l’aridità  estiva.

La tecnica colturale tradizionale prevede le seguenti operazioni effettuate con attrezzi manuali: concimazione organica e/o minerale, preparazione del terreno di semina, piantagione, leggera rincalzatura, zappettatura (contro le malerbe), concimazione di copertura, eventuale irrigazione di soccorso, eventuali trattamenti antiparassitari, raccolta.

I tuberi (in frammenti) si piantano in porche, con distanze di 50-60 cm fra le file e di 15-20 cm sulla fila. La semina si effettua da marzo in pianura (tradizionalmente a S. Giuseppe, 19 marzo), a fine aprile-primi di maggio in montagna (ca 1000 m slm). La raccolta va dalla prima metà  di luglio in pianura a metà  agosto in montagna (ca 1000 m slm). I tuberi vengono raccolti quando la parte epigea delle piante è ormai per lo più secca o del tutto secca e il terreno è asciutto.

Per la semina si utilizzano di noma i tuberi prodotti in azienda nell’anno precedente.

Materiali, attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione e il condizionamento:
I tuberi da seme, in quanto già  di piccole dimensioni, non vengono quasi mai tagliati a pezzi. Il terreno di semina viene preparato manualmente con l’aiuto di una vanga o una forca (a quattro denti); durante tale operazione viene interrato letame maturo o compost (quando disponibili) o un concime ternario in granuli. La piantagione è manuale. La lotta alle malerbe viene effettuata manualmente con una zappetta; durante tale operazione talora si distribuisce una limitata quantità  di concime azotato in copertura. Saltuariamente si interviene con prodotti a base di sali di rame contro la peronospora della patata e con insetticidi contro la dorifora della patata utilizzando una pompa a spalla. Le irrigazioni di soccorso sono utili in quanto l’apparato ipogeo delle piante è poco sviluppato e pertanto esse sono particolarmente suscettibili allo stress idrico che può compromettere lo sviluppo ottimale dei tuberi e aumentare lo spessore della buccia. Al momento della raccolta i tuberi vengono portati in superficie con l’utilizzo di una vanga e poi suddivisi in campo in base alla pezzatura e alla qualità .

Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura:
I tuberi non subiscono alcun lavaggio. Di solito si conservano in cassette di legno anche sovrapposte, però sollevate dal pavimento, in locali (cantine, magazzini) freschi e leggermente ventilati, poco umidi, al riparo dalla luce. La eventuale vendita di piccole quantità  avviene in estate-autunno allo stato sfuso sulle bancarelle.

Elementi comprovanti che le metodiche sono state praticate in maniera omogenea e secondo le regole tradizionali per un periodo non inferiore di 25 anni
La coltivazione delle Patatis cojonariis in molte località  della regione risale a tempi remoti. Moltissime persone anziane si ricordano tuttora perfettamente questa particolare varietà  di patata (già  ampiamente coltivata a livello familiare fra le due guerre), per le non comuni qualità  organolettiche, associandola per lo più allo spezzettino.

I pochi produttori-agricoltori che ancora coltivano questa varietà  locale, scarsamente produttiva dal punto di vista quantitativo, dichiarano di voler proseguire con questa tradizionale coltura per le caratteristiche qualitative non comuni dei tuberi e per le richieste di un non trascurabile numero di appassionati.

Negli anni immediatamente successivi al 1980, nell’ambito di iniziative coordinate dalla Provincia di Udine per lo sviluppo della montagna (es. incentivazione della coltivazione di piccoli frutti e di ortaggi), questa varietà  fu coltivata con successo nella Piana di Cavazzo Carnico (UD) e negli orti familiari di Forni di Sopra (UD) (Costantini, com. pers.).

L’origine di questa varietà  di patata non è nota con sicurezza. Affinità  notevoli si possono riscontrare con la varietà  di patata piemontese denominata con vari nomi, quali “Patata del bur”, “Patata del bec” (in quanto allungata e ricurva), “Trifulot del bàr” o “Ratin” (questa varietà  di patata è già  stata inserita fra i prodotti agroalimentari tradizionali della regione Piemonte).